Volpe grigia, lo aveva sempre sentito chiamare.
Forse per le vincenti strategie di gioco che sceglieva per le proprie squadre di basket.
Forse per l’ingrigire precoce dei suoi capelli.
A lui, quell’immagine del padre era sempre piaciuta.
Anche lui voleva i capelli bianchi.
Non ancora trentenne, all’altare del sì, la sua folta capigliatura già ingrigiva.
Tradiva una innata voglia di essere oltre il suo tempo.
Voglia o bisogno?
Bisogno di sedere sempre al tavolo con i più grandi.
Era così, da sempre.
Ma non bastavano i capelli grigi per “essere”.
Più grande, più saggio, più forte.
I capelli brizzolati bisognava saperli portare.
Ben attaccati alla testa, poi al collo, giù fino al cuore.
A 50 anni aveva capito il segreto della volpe grigia.
Non era il basket, non erano i capelli.
Era quella linea che univa con umanità la testa al cuore.
Foto e testi di Andrea Dell'Orto